Il teatro che cura

La collaborazione con Casa UGI
Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini ODV

Nel 2024 l’Associazione di Promozione Sociale Maigret & Magritte ha attivato una collaborazione con Casa UGI, a Torino, grazie al coordinamento di UNI.VO.CA. – Unione Volontari Culturali Associati,
Ente promotore dell’iniziativa, con il progetto “L’arte avrà cura di te”.

La collaborazione ha dato vita ad un laboratorio teatrale partecipativo modulare, ideato e condotto da Olivia Buttafarro, pensato per essere adattato in contesti di cura in ambiente pediatrico, in cui età e condizione dei piccoli pazienti variano di volta in volta a seconda dello status delle terapie in corso.

Le finalità socializzative, rieducative, terapeutiche, trasformative del teatro sono appurate.
La ricchezza del teatro non è però riducibile alle sole suggestioni sensoriali, alla stimolazione di emozioni o al piacere del movimento, del gesto o dell’azione scenica.

Nel fare teatro con bambini e ragazzi, ci sono però degli effetti di verità profonda che vanno al di là della soddisfazione percettiva ed emotiva. Hanno a che fare con la messa in gioco di un desiderio profondo, con domande fondamentali riguardo la propria vita e il modo di essere al mondo, di voler stare al mondo.

Sono queste le corde che con poesia e ironia sono state accarezzate con i giovani pazienti oncologici pediatrici di Casa UGI.

Laboratorio a Casa UGI

L’arte teatrale è una pratica che richiede il fare dell’esperienza e che nella sua dimensione pratica e rituale conferisce qualità all’esistenza. Tende a restituire un senso alle cose, invita a guardare oltre se stessi, promuove un contatto con la realtà più profondo, imprime all’esistenza quotidiana un significato più pieno, che spesso, in contesti di cura, si traduce in un soffio di leggerezza.

Gli incontri a Casa UGI sono stati come visite in punta di piedi in una casa abitata ogni volta da inquilini diversi, con età diverse e storie cliniche differenti.

Il percorso ha visto inizialmente 6 incontri di 2 ore ciascuno, che hanno coinvolto giovani pazienti dai 18 mesi ai 21 anni, con patologie differenti.

Per questo motivo l’attività è stata impostata come un laboratorio artistico trasversale a ciascuna età, in cui si è scelto di inserire attività artistiche e manuali, per poi passare gradualmente al gioco teatrale nei suoi molteplici linguaggi espressivi.

Il nostro palcoscenico inizialmente è stato un grande tavolo pieno di materiali: fogli colorati, cartoncini, colla, forbici, pennarelli, matite, fili di lana…. Tutto a disposizione per creare insieme, ciascuno con le proprie capacità, un disegno, per lasciare un segno, che fosse da portare nel proprio appartamento, o da lasciare appeso alle finestre dei saloni di Casa UGI.

La nostra esperienza

La Costruzione Invisibile
“La Costruzione Invisibile” con il reparto NPI del Regina Margherita di Torino

La collaborazione con il Reparto di Neuropsichiatria Infantile
dell’Ospedale Regina Margherita di Torino
Responsabili del progetto in ambito clinico: Dott.ssa Pia Massaglia e Dott.ssa Antonella Anichini.

La collaborazione tra il Reparto di Neuropsichiatria Infantile OIRM e l’Associazione di Promozione Sociale Maigret & Magritte, è stata avviata nel 2009, con il contributo della Cooperativa Mirafiori (titolare dell’intervento educativo in Ospedale dal 2008 al 2020), attraverso un laboratorio teatrale rivolto all’équipe multidisciplinare del reparto di degenza. L’esperienza si è snodata attraverso un lungo percorso che ha consentito agli operatori di raccontarsi e raccontare la traccia intima e persistente dell’incontro con i bambini/adolescenti malati. È stato fondamentale disporre di uno spazio elaborativo per il gruppo di lavoro, recuperando il valore della fiducia tra operatori: solo insieme si può uscire dai pesanti vissuti di sconforto, impotenza e disperazione che assalgono il singolo professionista. Il percorso svolto ha favorito negli operatori la maturazione della consapevolezza del proprio lavoro, dei suoi limiti ma anche della sua bellezza.

Sulla base dello scambio e delle testimonianze condivise durante la pratica teatrale, sono nati tre spettacoli, tutti curati e diretti dalla Maigret & Magritte: “La Costruzione Invisibile”, “Dirlo in sillabe d’oro”, “Non sono ancora capace a disegnare”, i cui testi sono stati raccolti nel libro “Chissà com’è quando sorride” (Ed. Maigret & Magritte 2019).

“Non sono ancora capace a disegnare” con i Neuropsichiatri del Reparto NPI
dell’ospedale Regina Margherita di Torino

È proprio con i suddetti spettacoli che gli operatori sono andati in scena più volte potendo rappresentare davanti al pubblico la loro esperienza, ricevendo sempre, in modo sorprendente, attenzione partecipe e solidale. L’Ospedale si è aperto così (anche concretamente, in alcune occasioni) alla Comunità, creandosi preziose occasioni di dialogo con l’esterno, facendo riconfluire la malattia e la relazione di cura nella trama della condizione umana intessuta, come ben sappiamo di un filo misto fatto di vita e morte, caducità e vitalità.

Durante la pandemia la collaborazione con la associazione Maigret & Magritte è andata avanti.
A causa delle misure  di distanziamento, non è stato possibile proseguire il laboratorio di teatro dal vivo, ed è stato così realizzato un laboratorio di scrittura creativa online, a cui hanno partecipato una rappresentanza di tutta l’équipe multidisciplinare della NPI, gli educatori della Cooperativa Mirafiori (con cui è proseguita la collaborazione nell’ambito del Progetto “Un Ponte tra Ospedale e Territorio”), un Pediatra e alcuni colleghi delle Strutture residenziali per adolescenti dell’Associazione Tiaré.

Si sono create nuove sinergie che hanno espanso la rete curante e le possibilità di co-progettazione degli interventi terapeutici. Riconoscersi, guardarsi dentro senza giudizio ha permesso un reciproco rispecchiamento, consentendo ai partecipanti di potersi prendere del tempo per posare lo sguardo proprio e altrui, sull’immensità intima e scoprire un comune sentire, seppur differenziato nelle sue molteplici sfaccettature e tonalità.

Attenzione congiunta e sguardo condiviso hanno guidato e accompagnato le sere dedicate al laboratorio, dopo giornate interminabili passate in ospedale dai professionisti sanitari partecipanti al progetto.

Il foglio bianco ha permesso di guardare all’invisibile, a livelli di sofferenza profondi, ma allo stesso tempo ha consentito di scoprire e ritrovare oggetti e legami preziosi considerati ormai perduti.

In altre parole, questo percorso ha rappresentato un collegamento verso il futuro, alleggerendo la pesantezza del presente e facendo rivedere sotto nuove luci i paesaggi del passato del lavoro in ospedale.

Lettura di “Dopo” al Salone del Libro di Torino

Da questa esperienza è nato un libro dal titolo “Dopo. Diario corale di operatori dell’ospedale Regina Margherita di Torino ai tempi della pandemia (Ed. Maigret & Magritte 2022), curato dalla Presidente dell’Associazione Maigret & Magritte Stella Sorcinelli, a seguito alla morte prematura per Covid nel 2021 di Emilio Locurcio, responsabile della collaborazione con il Reparto di NPI OIRM, regista, drammaturgo e scrittore, fondatore della Maigret & Magritte e instancabile promotore di una poetica teatrale con cui sempre ha cercato di portare in superficie il talento delle persone, nella propria unicità, e con cui ha cercato di portare la luce in moltissimi luoghi in cui la sofferenza e il disagio, l’avevano spenta da tempo.

I frammenti che compongono questo libro sono tratti, per buona parte, dai diari compilati a fine giornata da un gruppo di operatori sanitari ancora non sufficientemente informati su quanto, giorno dopo giorno, avveniva nei loro reparti. La realtà del fenomeno in corso, si è rivelata con maggior chiarezza poco per volta, a partire dalla data del 21 febbraio quando ufficialmente la Pandemia ha fatto il suo ingresso sul territorio nazionale ed è stata riconosciuta come tale.

Poi, il tempo passa. Si rimuovono dettagli di quanto successo dalla mente, per istinto di sopravvivenza. Nelle pagine del libro, invece, i dettagli di ciò che avviene, ci sono proprio tutti. Ed è importante leggerli e ritrovarli. Per ricordare cosa facevamo nella vita quotidiana, cosa mangiavamo, come ci vestivamo, mentre intorno a noi accadeva qualcosa di cui ci sfuggiva il senso.

Sapevamo esattamente di quale fenomeno biologico poco per volta diventavamo vittime ma non riuscivamo a immaginarne le reali conseguenze in quella dimensione temporale che chiamiamo futuro.
Il nostro futuro e quello dei nostri figli. Improvvisamente non sapevamo più nulla.

E dopo? Dopo tutti abbiamo iniziato a pensare cosa sarebbe accaduto davvero quando la pandemia avrebbe iniziato a decresce-re permettendo a ognuno di noi di recuperare almeno buona parte delle nostre vite relazionali, professionali, affettive. Dopo, dentro quale paesaggio inedito saremmo entrati?

Chissà com'è quando sorride
LIbro “Chissà com’è quando sorride”