Maigret & Magritte
presenta
Giovedì 30 Gennaio 2020 ore 21.30
Molo di Lilith
Via Cigliano, 7 – 10153 Torino
Le Ostriche
ovvero
l’attesa della famiglia Meravigliàti
con Giorgio Bertolusso, Massimo Deodato, Luca Giacomini
drammaturgia di Giorgio Bertolusso
una produzione Maigret & Magritte
Proprio l’ideale dell’ostrica, e noi non abbiamo altro motivo di trovarlo ridicolo
che quello di non esser nati ostriche anche noi.
Per altro il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio
sul quale la fortuna li ha lasciati cadere mentre seminava principi di qua e duchesse di là,
questa rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti,
questa religione della famiglia,
che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la circondano, mi sembrano
– forse pel quarto d’ora – cose serissime anch’esse.
Da Fantasticheria, in Vita dei Campi
Giovanni Verga
Angelo, Nando e Lino Meravigliàti sono tre fratelli che vivono insieme nella casa di famiglia e da cui escono raramente. La madre è morta e il padre se ne è andato molti anni prima. Sono chiusi in quella casa da così tanto tempo che hanno addirittura una loro lingua, un misto di dialetti e parole che non esistono se non tra le quattro mura domestiche, che rispecchia anche la loro incomunicabilità con il mondo esterno.
Tre uomini prigionieri di un mondo ripetitivo e sempre uguale a se stesso. In questa palude casalinga consumano la vita, spaventati da ciò che esiste fuori e rassicurati dalla loro quotidianità. La notizia dell’arrivo di uno Straniero mette in moto una serie di preparativi, che generano numerosi siparietti tragicomici e battibecchi di un nucleo familiare ormai deteriorato. Ma in realtà tutto rimane immobile: ogni azione non porta a nessun risultato visibile. Tanto che nasce il dubbio che tutto ciò a cui assistiamo sia solo uno dei modi che si sono inventati per passare le giornate. Ricordi, gesti, dispetti, confessioni sono piccoli stratagemmi che usano per sentirsi uniti contro ciò che è fuori di casa, senza capire che la vera minaccia, forse, sta nel rimanere attaccati (appunto come un’ostrica) alle loro abitudini. Personaggi ironici e tragici, freddi e nevrotici, ognuno con la propria psicotica ossessione, dalla pulizia maniacale di Lino alla incapacità di cambiare di Nando.
La famiglia sente ostile la società che gli sta intorno ma finisce per incarnarne i valori più deteriori, incoraggiando la diffidenza, l’ostilità nei confronti degli altri, il cinismo e la paura.
Questa metafora si può estendere fino ai confini di patria, sia essa l’Italia o altra, dove il rischio di avere solo una comunità di individui e non una vera nazione porta a una costante lotta degli uni contro gli altri. Per precarietà, incertezza, diffidenza, paura. Insomma, per mancanza di comuni aspirazioni.
Ingresso con tessera ARCI.
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Ulteriori info sul sito del Molo di Lilith.