Porte a parte [o aperte].
Laboratorio di teatro partecipativo in comunità dedicate ai minori in collaborazione con l’Associazione Tiarè.
Si è concluso a Marzo 2022 il Laboratorio di teatro partecipativo in comunità dedicate ai minori in collaborazione con l’Associazione Tiarè Porte a parte [o aperte] a cura di Olivia Buttafarro.
La Comunità educativa per minori è una struttura a ciclo residenziale e semiresidenziale a carattere comunitario, realizzata per accogliere minori con situazioni di disagio personale e/o familiare pregiudizievoli per la loro serena crescita psicofisica e la loro realizzazione.
La Comunità ha come finalità primaria quella di accogliere i minori, impostando uno specifico lavoro affinché possano sentirsi accettati, ascoltati e compresi. A partire da questi presupposti, insieme ad un’equipe multidisciplinare composta da educatori, psicologi, psicoterapeuti e neuropsichiatri infantili, abbiamo pensato un percorso che potesse far entrare il linguaggio teatrale all’interno della vita comunitaria, sia per le giovani ospiti della struttura, sia per gli operatori, che hanno seguito il percorso insieme a noi.
Il linguaggio teatrale stimola infatti molteplici cambiamenti a livello emotivo, nell’integrazione di diverse dimensioni della personalità, nelle modalità comunicative, relazionali, di socializzazione e nelle motivazioni esistenziali.
Fare teatro significa anche e soprattutto prendersi cura delle persone. E proprio questa integrazione di teatro e cura tiene conto costantemente della dimensione corporea, emotiva, immaginativa, ideativa, narrativa, espressiva, psicomotoria, elaborativa e relazionale degli individui, con l’obiettivo di permettere di affrontare vari tipi di problemi in diversi contesti.
Il linguaggio teatrale è capace di mediare e mettere in relazione le persone, sviluppando processi di integrazione che contribuiscono a creare un gruppo di lavoro coeso. Il lavoro teatrale è strumento di inclusione, mezzo efficace che incide sulle persone e sulla realtà, creando dialogo, bellezza, comunicazione e emozione.
Questo percorso è partito da una considerazione: la diversità non è mai un punto di arrivo, ma il punto di partenza. La diversità, propria e degli altri, è stata accolta come una componente naturale dell’apporto che ciascuno dei partecipanti poteva dare al progetto. Sperimentare uno spazio in cui ci si sente capaci, utili, accettati e ascoltati, ci porta ad avere un’immagine di noi più ricca e articolata, che è fondamentale, soprattutto al di fuori dello spazio teatrale. La diversità diventa lo strumento quotidiano attraverso il quale creiamo un unico insieme a partire dall’individualità del singolo e finalmente ci concentriamo sulle nostre storie e su quelle delle persone che ci circondano.
Il laboratorio si è proposto come un luogo di relazione aperto, uno spazio in cui ciascuno potesse sentirsi soggetto competente, portatore di conoscenze e desideroso di imparare dagli altri e con gli altri.
Parliamo di teatro partecipato perché attraverso il gioco, il divertimento, l’ironia e la curiosità, è stato possibile creare un processo creativo di collaborazione e partecipazione. E attraverso l’azione teatrale, all’interno del gruppo è nato e si è sviluppato, un autentico senso di comunità.
Porte a parte [o aperte], è stato uno spazio dove è stato possibile incontrare,
scambiare, conoscere e raccontarsi.
In questo laboratorio si è messo in atto un teatro da fare più che da vedere. Un teatro che fa bene.
Grazie al gioco teatrale, all’improvvisazione e al racconto, individuale e collettivo, questo lavoro ha cercato di stimolare e potenziare le capacità relazionali, per allenare la capacità empatica e provare a essere altro da sé per comprendere l’altro anche in momenti di difficoltà.
Contattaci per proporre il laboratorio nella tua Comunità e per ulteriori informazioni: info@maigretemagritte.org